Il mondo si batte per salvare il museo Italia

Siamo ufficialmente coccolati dal mondo, o meglio, più che noi il nostro patrimonio artistico.
Vuoi per buonismo; scatenato dal desiderio pazzo di investimento di chi se lo può permettere o perchè le nostre opere d'arte stanno più a cuore agli altri Paesi che a noi, ma il mondo sta letteralmendo salvando l'arte italiana e il fenomeno sembra continuare.
Come si dice; non si aprezza mai quello che si ha, bensi quello che non si ha.
E tutto questo ci rende felici; felici le sovrintendenze, felici gli addetti ai lavori, ma c'è da esserlo veramente?
Forse momentaneamente contenti ma addirittura felici. Si è vero molti dei progetti possono finalmente partire grazie a questi ostenitori d'oltreoceano e vedere i cantieri aperti sui nostri " amabili resti" artistici da un senso di tranquillità e rasserena gli animi oggi troppo ammorbati da lunghi sermoni politici sulla crisi, lo spead, la disoccupazione e l'inflazione.
Forse momentaneamente contenti ma addirittura felici. Si è vero molti dei progetti possono finalmente partire grazie a questi ostenitori d'oltreoceano e vedere i cantieri aperti sui nostri " amabili resti" artistici da un senso di tranquillità e rasserena gli animi oggi troppo ammorbati da lunghi sermoni politici sulla crisi, lo spead, la disoccupazione e l'inflazione.
Ma è solo uno specchietto per le allodole a mio avviso, un modo per anestetizzare i cuori in tumulto dopo il crollo di Pompei, perchè se da un lato è un aiuto positivo dall'altro fa pensare alla vera situazione sottostante. Come sotto all'aurea maschera di Agamennone non c'era un volto giovane e sorridente ma lo scheletro di un re, così dietro a queste iniziative che fanno ringiovanire il nostro paese c'è l'immgine di un Italia che non è più in grado di badare a se stessa, non può curarsi i segni che il tempo lascia sulla sua pelle.
La verità è che non siamo più in grado , o forse non lo siamo mai stati abbastanza, di salvare le nostre fondamenta e di conseguenza, come può tutto il resto stare in piedi?
Non si è mai visto un palazzo ergersi senza buone fondamenta alla base. Così, eccoci a parlare di questa nostra situazione partendo da un argomento futile come l'arte; pretesto forse ma parte anch'esso della contemporanea realtà.
Eppure noi di questi aiuti ne abbiamo bisogno altrimenti non ci sarebbe più nulla nel Bel Paese, non ci sarebbe più nemmeno l'arte a darci conforto, ruolo che le è sempre stato attribuito nel corso dei secoli.
Ed ecco quindi nascere casi come quello della Sala dei Filosofi ai Musei Capitolini di Palazzo Nuovo a Roma, sottoposta a un intervento di restauro di sei mesi sovvenzionato dalla Fondazione Heydar Aliyev dell'Azerbaigian che ha sborsato ben 100mila euro.
E pare che lo sposalizio felice tra Baku e Roma continui con la ripresa degli scavi dei fori di Augusto e Traiano.
Un'altra storica icona del panorama artistico italiano, il Napoleone di Brera, è oggi sottoposto alle cure sovvenzionate dalla Bank of America Merril Lynch. La statua è una delle 24 opere di 16 paesi che Bank of America ha selezionato, designando loro corsposi finanziamenti.
La Bank ha scelto di seguire questa iniziativa come a voler ringraziare Milano, città che ospita una delle sue tante sedi.
Ma la pecora bianca è Lorenzo Ghiberti. La sua Porta del Paradiso del Battistero di Firenze vanta il privilegio di essere restaurata dall'Ente dell?Opera, presieduto da Franco Lucchesi. Il programma ideato dall'ente prevede la riqualificazione della Piazza del Duomo fiorentina come fosse un museo a cielo aperto.
Sperando sia il segno della speranza di ritornare a prenderci cura del nostro Paese, godiamoci questa manna dal cielo e aspettiamo, per adesso sussurrando un grazie al Mondo.