Noi siamo la voce di Anne:
Eva Schloss è la voce adulta che ci guida
"Una chiacchierona" e un " maschiaccio biondo"; due ragazzine come tante che si incontrano e diventano compagne di giochi. Proprio come oggi, nelle scuole, nei cortili; due esseri opposti ma con un destino che crudelmente le unisce, prima nella disgrazia poi nella rinascita.
A tutti sarà capitato di leggere, almeno una volta nella vita, il "Diario di Anne Frank"; di amare o no quella ragazzina dalle frasi taglienti e ribelli, immatura ma allo stesso tempo così adulta; e alcuni si saranno chiesti cosa sia successo dopo la cattura di Anne, non certo per curiosità ma per la voglia di starle accanto ancora di seguirla e esserle vicini in un periodo della storia che rischia di scomparire assieme ai suoi diretti testimoni.
Ebbene, il "dopo" ci viene raccontato a posteriori in un libro-documentario scritto da Eva Schloss, a quattro mani con l'aiuto di Karen Bertlett.
Eva era amica di Anne, o meglio, era una di quelle ragazzine ebree che come lei riempivano la piazza di Merwedeplein, ad Amsterdan, di chiassose risate e giochi; mentre già i grandi dissipavano pianti e terrore per il mondo facendosi la guerra.
Così diverse loro: l'una mora, composta, sempre elegante e pettinata, con molti spasimanti e una parlantina disarmante; l'altra bionda ma un vero maschiaccio che giocava a biglie coi ragazzini ed era sempre disordinata.
Così diversi anche i loro scritti; più fanciullesche e adolescenziali le righe di Anne , più adulte e storiche quelle di Eva; una differenza logica data dal fatto che Anne non arrivò mai all'età adulta.
Nel suo Diario si può notare come lei cambi e cresca nel corso del tempo, sicuramente influenzata da una vita insolita, reclusa nel nascondiglio che il padre aveva trovato per salvare la sua famiglia dalla deportazione.
Le pagine , prima dedicate alle invidie tra compagni di scuola, si arricchiscono poi di litigi coi genitori e dalla voglia manifesta di indipendenza, quella tipica degli adolescenti.
La voce di Anne adulta non la conosciamo, non sappiamo come sarebbe diventata; troviamo però quella di Eva a raccontarci come andarono le cose.
Attraverso i suoi occhi veniamo a conoscenza degli orrori del campo di Auschwitz-Birkenahu, delle condizioni di vita, se cosi la si può chiamare, in cui i reclusi era costretti a vivere.
Da lei apprendiamo come venivano barbaramente lasciati al caso gli smistamenti per le camere a gas o i campi di lavoro. Eva condivide questa esperienza con la madre Fritzi con la quale lega molto nonostante le difficoltà e gli scontri che da sempre contraddistinguono il rapporto madre-figlia.
Grazie a questa condivisione sembra quasi che Anne, atraverso Eva, si riappacifichi con la madre che vedeva così distante da lei, così ideologicamente diversa.
Forse non è giusto dire che la vita di Eva sia la reincarnazione di quella di Anne; ma lei da quel momento in poi è la voce testimone di una realtà che le ha rapite entrambe, come molti altri ebrei e non solo, dalla vita serena che sognavano.
Eva non è l'unica voce, c'è anche quella di Otto Frank, padre di Anne che, per pura coincidenza o forse destino, sposerà in seconde nozze la madre di Eva, vedova anche lei a causa della morte del marito e del figlio maschio , vittime dell'Olocausto.
Con Otto la famiglia dedicherà anima e corpo a tramandare il Diario di Anne Frank e i principi fondamentali necessari per evitare che la storia si ripeta.
Nonostante Eva continui la sua vita e coltivi il suo futuro il dolore per quei due anni e per la perdita dei suoi cari saranno sempre una fonte di insicurezza per lei, fino a quando, proprio grazie ad Anne, imparerà a liberare la sua frustrazione e le sue emozioni per anni sepolte nella sua mente e nel suo cuore.
Grazie all'Anne Frank Trust, una mostra itinerante con cui girerà il mondo, Eva racconterà la sua storia, quella di Anne e di ogni ebreo, omosessuale o zingaro vittima di quelle atrocità.
Un libro che vale la pena di leggere, nonostante alcuni paragrafi siano difficili da digerire intellettualmente , un testo che servirà a tramandare questo pezzo di storia anche quando le sue vittime non ci saranno più.
Se Eva è la voce di Anne adulta, ognuno di noi deve essere la voce di Eva per le generazioni future, così che tale voce diventi universale, la coscienza del mondo che dice no alla morte e si alla vita.
Link interessanti it.wikipedia.org/wiki/Olocausto ;
www.lafeltrinelli.it/catalogo/aut/669015.html ;