Acciaio di Silvia Avallone

 

L’adolescenza, l’età più difficile da vivere, dove tutto il mondo te lo senti contro e tu vorresti solo farne parte ma, non sai in che modo.

Viverla è complicato, ma ancora di più se la vivi in periferia dove mancano tutte le comodità e i divertimenti delle grandi città ma qui la gente è vera.

Sono i legami di amicizia, amore e fratellanza e fare da padroni in questa piccola realtà del centro Italia.

Piombino, un panorama strano, tra la fabbrica e il mare; è la realtà raccontata da Silvia Avallone in Acciaio,

un titolo forte, come la lega che si fonde tra le viscere di quei forni ma anche come un’amicizia tra due ragazze ,

che da bambine quali erano diventano piccole donne e incontrano le prime difficoltà.

Quando la famiglia non può essere il tuo punto di riferimento, come nel caso della piccola e fragile Francesca;

che deve convivere con un padre violento e una madre senza carattere, ti attacchi a tutto per non sentirti sola.

E Anna è il suo punto fermo, colei che la conosce , la sorella che protegge , l’essere di cui ci si“innamora”. 

Ed è l’amore, in tutte le sue forme che paradossalmente le dividerà.

Quando si inizia a leggere Acciaio sembra un libro che racconta la tipica storia di un’ amicizia nata da piccoli

e che si vuole difendere a tutti i costi, ma se si va avanti ci si accorge di come l’autrice scava a fondo in realtà famigliari che esistono davvero.

Sono minuziosamente descritti gesti quotidiani e abitudini di un’Italia industriale, dove il cemento,e i palazzoni degli operai sono l’unica realtà che quella gente conosce.

Dove i ragazzi finiscono tutti a lavorare in fabbrica, a spaccarsi la schiena di giorno e nei week end a spaccarsi di musica e altro nelle discoteche.

Ma dietro ai casermoni , al ferro e al cemento c’è il mare , il sole di una città che vive e che sogna.Ed è proprio la gente che sogna la protagonista;quella che guardando le isole si immagina turista, che prova a toccarli quei sogni magari sbagliando strada. È il ritratto di un’Italia viva che meglio di così non poteva essere dipinto.

 

 

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